L’ira funesta
Un tranquillo paesino della Bassa mantovana, il Piccola Russia, si risveglia in una calda giornata di luglio con la serranda dell’unica farmacia abbassata.
La chiusura viene vista come un segno del destino dal Gaggina, un energumeno di centotrenta chili, che decide di non aver più bisogno di calmanti. Senza i tranquillanti, però, non riesce a tenere a bada i suoi scatti d’ira e inizia ad aggirarsi per il paese in motorino, urlando insulti e arrivando a barricarsi in casa con due ostaggi brandendo una katana giapponese contro chiunque osi avvicinarsi.
Lo stesso giorno, nei campi fuori dal paese, viene ritrovato il corpo senza vita di un anziano. Si tratta di Giuanìn Penna, tornato dall’America dopo trent’anni: il cadavere è stato trafitto con una spada.
A indagare sul caso viene chiamato il maresciallo Omar Valdes, conosciuto come “tenente Siluro”, che avrà il compito di stabilire il coinvolgimento di quell’omone un po’ pazzo ma, a detta di tutti, non pericoloso, prima dell’arrivo delle teste di cuoio.
Una storia che racconta lo spaccato di vita di un piccolo borgo italiano, caratterizzato da personaggi eccentrici, usanze e credenze locali, tratteggiata dalla penna veloce e pulita di Paolo Roversi.